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Indagini in corso: rivolta e torture nel carcere di Prato

La Procura di Prato ha aperto un’inchiesta per “delitto di rivolta” a seguito di due episodi di sommossa avvenuti il 4 giugno e il 5 luglio nel carcere La Dogaia

Continuano le indagini all’interno del carcere La Dogaia di Prato dopo due gravi episodi di rivolta verificatisi il 4 giugno e il 5 luglio. La Procura ha aperto un fascicolo per “delitto di rivolta” e ha disposto perquisizioni straordinarie nei reparti di Media e Alta Sicurezza. Tra gli indagati ci sono sia detenuti che agenti di polizia penitenziaria. Durante l’ultima sommossa, un gruppo di detenuti si è barricato nei reparti, ha sfondato cancelli, incendiato materassi e lenzuola, e ha tentato di usare bombolette del gas come ordigni artigianali. Alcuni hanno anche aggredito gli agenti con spranghe, cacciaviti e altri oggetti contundenti, rendendo necessario l’intervento della polizia in assetto antisommossa.

Episodi precedenti e tensioni costanti

Già il 4 giugno si erano registrate tensioni simili, con detenuti che avevano minacciato apertamente gli agenti, preannunciando episodi violenti. Le autorità stanno valutando la presenza di un clima organizzato di ostilità e prevaricazione.

Scoperte shock: abusi sessuali e torture tra detenuti

Le indagini hanno inoltre rivelato gravi episodi di violenza tra detenuti, tra cui aggressioni sessuali, torture e maltrattamenti prolungati nel tempo. Alcuni episodi risalgono al 2020 e al 2023 e coinvolgono vittime fragili, sottoposte a sevizie con oggetti contundenti, acqua bollente e violenze fisiche e psicologiche. Negli ultimi mesi sono stati rinvenuti decine di cellulari, SIM e perfino un router all’interno del carcere. Nonostante perquisizioni frequenti, i dispositivi continuavano a circolare, suggerendo possibili complicità interne. Alcuni detenuti utilizzavano i cellulari per comunicare con l’esterno e pubblicare contenuti sui social. Si ipotizza che alcuni agenti abbiano favorito l’introduzione di questi dispositivi in cambio di benefici. Per contrastare la situazione, le autorità stanno rafforzando le misure di sicurezza all’interno del carcere e nelle aree limitrofe. Sono in corso accertamenti su eventuali condotte collusive da parte di membri del personale penitenziario. L’obiettivo è ripristinare l’ordine e prevenire nuovi episodi di violenza.

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